Cari amici di Retrogames Dojo, speriamo siate ancora sintonizzati sulla nostra frequenza! È passata una notevole quantità di tempo dal nostro ultimo post sul blog, la routine quotidiana ci ha strappate via da queste pagine, ma i videogiochi non hanno mai smesso di accompagnarci e calarci nelle avventure più disparate tra un dovere e l’altro (Shade Ninja in particolare, da quando è diventata mamma la sera si addormenta davanti alla tv con il pad ancora in mano :D)! Questa volta però abbiamo trascurato un po’ troppo il nostro confortevole e nostalgico angolino, un po’ anche complice il fatto che ultimamente ci siamo concentrate maggiormente sui videogiochi attuali (si, ormai abbiamo anche noi la PS5, l’Xbox Serie X, e la nostra lista di videogiochi si è allungata in maniera spaventosa, anche se non abbiamo ancora avuto tempo di ricatalogare e aggiornarla).
Tuttavia, anche nel panorama attuale (e in particolar modo tra gli indie game), non mancano mai sfornature in piena salsa retrò, tra giochi in stile lowpoly e grafiche 8-16 bit che hanno ancora molto da dire, mantenendo viva la passione con tante novità dal sapore vintage. Oggi in particolare, dal nostro dojo ci spostiamo in uno scenario più profondo, nello specifico una caverna. Non una caverna qualsiasi, ma una caverna straripante di magia e segreti, strani personaggi e coloratissimi luoghi poligonali che ci riportano indietro all’era del Nintendo 64.
Se siete stati attenti nell’ultimo periodo del panorama videoludico, sicuramente sarete stati anche voi spettatori del polverone che ha sollevato Baldo the Guardian Owls, il nuovo gioco sviluppato dall’italianissimo NAPS Team, uscito recentemente per console e PC. E sempre se siete stati attenti negli ultimi anni, probabilmente eravate già stati incuriositi dalle notizie che lo riguardavano ben prima della sua uscita, quando giravano solo poche immagini e qualche informazione scarsa, promettendo un’avventura alla Zelda con uno stile grafico che avrebbe strizzato l’occhio alle opere dell’intramontabile Miyazaki. Come me, molti di voi lo hanno atteso per tutto questo tempo carichi di entusiasmo e aspettative.
Ecco che infine, dopo un rinvio e uno sviluppo che ha certamente incontrato le sue difficoltà (vi ricordo che il team di sviluppo è composto da sole due persone), Baldo ha finalmente visto la luce! …e purtroppo, non è stato accolto come ci si sarebbe aspettati.
Il giovine Baldo che non ci meritavamo. No, non ce lo meritavamo, e adesso vi spiego perché, vi spiego perché sono così delusa e amareggiata.
Non mi sto riferendo a Baldo: sto parlando della comunità di videogiocatori, una comunità sprezzante, demolitrice, arrogante, una comunità semplicemente tossica con la bocca farcita di insulti, in cui mi rifiuto di riconoscermi.
Conosciuto anche come Chinese Paladin, quella di Sword and Fairy è una saga jrpg ispirata alle leggende e alla mitologia cinese, nota per lo più agli utenti PC e in suolo asiatico. Come presumibile, quindi, qui in Italia è praticamente sconosciuta ma ciò non toglie che, per essere arrivata al sesto (anzi, per la verità quasi al settimo) capitolo significa che qualcosa di interessante deve averlo eccome.
Ecco come l’ho scoperto: una sera mi trovavo a scorrere, un po’ svogliatamente, gli sconti natalizi sullo store PlayStation, senza notare nulla di particolarmente nuovo o interessante che già non conoscessi. Credo di aver scorso fra i vari titoli almeno un paio di volte, ma solo alla terza mi sono resa conto che continuavo a ignorarne uno in particolare. La sua presenza mi scivolava inspiegabilmente via nonostante la sua icona illustrata avrebbe dovuto farlo spiccare tra quelle vicine. Forse il suo sfondo azzurro un po’ pallido lo rendeva meno appariscente e probabilmente, anche se la mia vista lo adocchiava per un istante, il mio cervello lo catalogava automaticamente come “una di quelle novel-jappo in stile manga con titolo impronunciabile e dialoghi infiniti” che solitamente evito. Così, solo al terzo passaggio mi sono soffermata un po’ più a lungo su quell’icona, rendendomi conto di non ricordarne affatto il titolo, “Sword and Fairy“. “6”, per giunta… forse lo avevo già visto tempo fa e non me ne ricordavo? Mi sono detta che, una volta visti gli screenshot, avrei senz’altro pensato a qualcosa come “ah, okay. E’ quella novel lì che avevo visto tempo fa. No, non fa per me”. Invece, aprendo la pagina del gioco sullo store ed entrando nella sezione video e screen, la sensazione che ho provato è stata ben diversa. Ero stupita di non conscerlo, di non averlo mai notato prima. Dagli screenshot, infatti, emergeva una natura prettamente avventurosa, propria di un gioco di ruolo con la classica visuale in terza persona. Guardando il video di presentazione, inoltre, subentravano personaggi dall’aspetto interessante e un’atmosfera negli ambienti che, mi sono subito detta, sembrava proprio “tipica da me”. O meglio, “da noi”: perché sapevo che anche Jessie lo avrebbe apprezzato, e così la chiamai subito per parlarle di questo titolo. Ma perché dico “tipico da noi”? Per l’aria retro in generale che quelle immagini manifestavano, rimembrando l’era dei 128 bit alla quale (oltre alle precedenti) siamo particolarmente affezionate, continuando ad apprezzarla in modo speciale negli anni: in effetti, nonostante stessi guardando un titolo PS4, la veste grafica era chiaramente più simile a quella che vestiva i giochi un paio di generazioni fa. Chiaramente, Sword and Fairy 6 avrà visto la luce molto prima su PC che sul mercato di PlayStation 4, ma ero ugualmente stupita e allo stesso tempo compiaciuta di scoprire un titolo del genere e apparentemente interessante. Insomma, sembrava proprio un gioco “per noi”, come dicevo, perché, aldilà dell’aspetto grafico secondario, abbiamo sempre apprezzato lo stile “retro” e le avventure piene di ambienti interessanti ed esplorazione. Sword and Fairy 6 sembrava proprio che potesse serbarci delle sorprese.
Fatta questa scoperta mi fiondai a cercare più informazioni, e anche qui rimasi piuttosto stupita: a dispetto di quel che immaginavo, perché tristemente succede spesso con i titoli meno conosciuti, nelle varie recensioni sembravano parlarne molto meglio di quanto mi sarei aspettata, con lodi di varia natura… anche se con dei “ma”. I voti espressi in numero, infatti, non è che fossero altissimi, uscendone con una media generale del “6/10”, tavolta addirittura del 4. Cos’era andato storto, quindi?
Ormai sovente capita che vengano annunciati remastered o remake di titoli appartenenti a una o due decadi fa, talvolta anche molto meno. Se vogliamo dirla tutta nelle ultime generazioni sembra essere divenuta una vera e propria mania, con rivistazioni della rivistazione della rimasterizzazione o remake di giochi usciti non poi da così tanto tempo. In pratica si è andati da un estremo all’altro, finendo per ritrovarci spesso con remastered di cui non si sentiva il bisogno. Eppure, c’è sempre chi ne è ultra felice e non vede l’ora di averlo tra le mani: si può così affermare che l’amore spropositato che nutriamo nei confronti di un gioco che ci ha particolarmente appassionati supera anche il buon senso, rendendoci frementi d’attesa nonostante ne possediamo già tre versioni. Oggi, però, voglio raccontarvi di un aneddoto piuttosto ilare legato proprio a una, anzi, un paio di versioni remastered e remake di due diversi giochi, e che è stata una sferzata al cuore per entrambe (oltre che una bella figuraccia da parte mia nei confronti di Jessie).
Dovete sapere che, quando giocammo insieme a Fable per la prima volta, Jessie rimase affascinata dal personaggio di Dedalo (Maze in lingua originale): un mago potentissimo, il capo della gilda degli Eroi avvolto da un misterioso passato rappresentato come un anziano forte, vigoroso e autoritario. E chi l’avrebbe mai detto che tra le preferenze di Jessie ci fossero anche i vecchi? (Ma checcazz?? >_> Nd Jessie) Scherzi a parte, ammetto che il connubio tra la sua aria autorevole e il suo design vagamente sciamanico, con i suoi tatuaggi luminescenti e lo sguardo di ghiaccio, lo rendeva un personaggio interessante e più caratteristico di quanto poteva sembrare all’inizio.
Per cui, quando anni più tardi venne annunciata la versione remake anche per Fable, potete immaginare perché Jessie ne fu particolarmente entusiasta. A quel punto veniva spontaneo per lei immaginarsi il “nuovo” Dedalo: chissà come sarebbe stato figo con una veste grafica moderna e dettagliata, in grado di esaltare la sua vigorosa immagine da mago inflessibile, lo sguardo magnetico e vagamente ostile… insomma, quando si tratta dei propri personaggi preferiti è sempre elettrizzante l’idea di vederli ritornare sullo schermo, no? Specialmente se siete dei moe che ci prendono le cotte, perché la cosa assume un sapore e un’attesa speciale, che si pregusta pazientemente e con immensa speranza. Inoltre si dà praticamente per scontato che sarà migliore, che con le tecnologie moderne la rappresentazione del nostro beniamino non potrà che guadagnarne.
Ecco, il remake di Fable uscì. Le prime immagini del Dedalo remakizzato uscirono. Jessie le aprì e rimase folgorata. Dalla gioia? Giudicate voi (cliccate sulle immagini per ingrandirle e gustarvele per bene):
Ricordo ancora i piagnistei di Jessie, il suo ribrezzo nell’appurare che il suo amato, oscuro e cazzuto Dedalo era stato trasformato in una sorta di vecchietto con una decade d’anni in più, dai connotati completamente diversi, con gli occhi sporgenti, il viso più fragile e un che di “rosposo”. Ricordo soprattutto le mie intrattenibili risate: per me la cosa era di un’ilarità assurda, tante aspettative e una paziente attesa per vedere un personaggio in tutta la sua magnificenza e, alla fine, questo. Lo ammetto, l’ho presa in giro parecchio, mi divertivo ad aprire l’immagine sotto i suoi occhi feriti e ricordarle il triste destino che il remake aveva riservato al suo amatissimo Dedalo.
Non sapevo che, di lì a qualche anno, Jessie si sarebbe brutalmente vendicata.
Ebbene, come ho avuto modo di far sapere, anche io ho un villain che mi sta particolarmente a cuore, o meglio, è in effetti il mio personaggio maschile preferito in ambito videoludico. Geralt? Kratos? Dante? Na. na, na, siete completamente fuori strada, e di parecchio: tsk, “Geralt”. Non scherziamo, il mio personaggio preferito è quasi un signor nessuno, uno che se lo ricorderanno in due per l’importanza quasi nulla che gli è stata attribuita dai giocatori: l’Oracolo di Fahrenheit (Indigo Prophecy). Probabilmente sono l’unica fan in tutto il mondo. Senza star qua a spiegare i perché, avrete già capito che mi riferisco quindi alla remastered del suddetto titolo. Fu solamente diversi anni fa che venne infatti annunciato il restyling, e la cosa sul primo momento (proprio come successe a Jessie) mi elettrizzò non poco: di per sé adoro il gioco, ma il pensiero di poter godere di una resa generale più dettagliata e moderna, magari con texture nuovissime… ecco. Lì, di colpo, mi sovvenne un sordo timore. E se… e se avessero completamente modificato l’Oracolo, così com’era successo per Dedalo?… Ma no, dai, non può essere, mi dicevo. Avrebbero semplicemente reso più dettagliate le texture, ma i modelli saebbero rimasti sempre quelli, dato che non si parlava di remake vero e proprio come per Fable.
Ebbene: le prime immagini rilasciate facevano ben sperare in questo senso: una Carla più truccata, un Lucas un po’ più definito… nessun cambiamento drastico, meno male! Non poteva che essere così anche per l’Oracolo. Questo remastered, a dire il vero, non era certo quell’abbellimento in cui magari avrei sperato, era più una versione PC ripulita, ma il miglioramento a livello di dettaglio si notava comunque. Per cui, mi dicevo, chissà quanto sarebbe stato figo l’Oracolo.
Finché, finalmente, una volta uscita questa remastered trovai una prima immagine anche per lui. La aprii con un lieve moto d’ansia, perché il ricordo di Dedalo in realtà incombeva ancora su di me, come un’ombra oscura in attesa, e…
ORRORE. Era successo veramente.
Il mio personaggio preferito era cambiato completamente… ed era di una BRUTTEZZA INFINITA!
Ma scherziamoooooooo? Mi rifiuto di ritenere che quello a destra sia ancora l’Oracolo!
Potete dunque immaginare quanto Jessie si sia divertita a inferire, a farmela pagare, a deridere le mie aspettative e rimarcare sulla mia profonda delusione. E su quanto fossi stata “bip” con lei. “Ben ti sta!”
Insomma, come per Dedalo non si era trattato di riprendere i connotati e renderli più definiti e realistici… avevano completamente cambiato la sua faccia! Il modello poligonale era lo stesso, ma le ombre, i segni, le luci e i colori della texture facciale erano stati rivisitati del tutto, conferendogli così un aspetto totalmente diverso dalla versione precedente, ossia più gonfio, monoespressivo, con i labbroni e due borse sotto agli occhi grosse così… insomma, micidialmente brutto. La cosa assurda? E’ stato l’UNICO personaggio ad aver subito questo totale restyling. Sembra quasi che Quantic Dream lo abbia fatto appositamente per permettere a Jessie di vendicarsi.
Magrissima consolazione: per qualche misterioso motivo è stata completamente modificata solamente la texture della versione normale, mentre i connotati della versione maya sono rimasti tali e quali a quelli di prima, se non per una maggior definizione.
Sopra: la versione normale dell’Oracolo maya (sinistra) e quella rimasterizzata (destra). Nessun cambiamento.
E così questi sono stati i casi nei quali le versioni remastered o i remake, invece di farci gioire, ci hanno amareggiate a tal punto da faci ritenere che “sarebbe stato meglio se non l’avessero fatta” (sì, anche solo per un personaggio: immaginate se il VOSTRO beniamino ne uscisse bistrattato allo stesso modo… non vi farebbe gridare un “NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO” epocale interiore? In ogni caso, bisogna ammettere che per entrambe avrebbero potuto far di meglio a livello generale).
E a voi è mai capitato qualcosa di simile, o semplicemente di essere rimasti delusi da un remake o un remastered? Se vi va, raccontatecelo!
“Troghedada”. Che avrà mai a che fare una supercazzola con gli aspetti retrò del mondo videoludico? Che cos’è “troghedada”? Si tratta effettivamente di una parola a caso priva di qualsiasi significato? Si, almeno per voi.
Per me, dietro questa insulsa parola, c’è la storia di un punto di partenza. Ognuno di noi ha iniziato la propria carriera videoludica da qualche parte. Oggi però, amplierò il campo espandendomi alla tecnologia in generale, in quel mondo ancora semi-retrò di fine anni 90 dove internet smuoveva le acque per la prima volta nelle case di alcuni fortunati, e dove noi allora giovani ragazzini ci approcciavamo come verginelli a quel grande sconosciuto: il pc.
09/04/2021 - Pubblicato l'articolo Sword and Fairy 6
08/01/2021 - Pubblicato l'articolo Quella volta che il remastered mi ha rovinato il personaggio preferito
05/01/2021 - Pubblicato l'articolo Troghedada
19/11/2020 - Pubblicato l'articolo Shenmue III
28/10/2020 - Pubblicato l'articolo A Boy and his Blob
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-Sword and Fairy 6 (Aprile 2021)
-Quella volta che il remastered mi ha rovinto il personaggio preferito (Gennaio 2021)
-Troghedada (Gennaio 2021)
-Shenmue III (Novembre 2020)
-A Boy and his Blob (Ottobre 2020)
-Misteri, segreti, enigmi irrisolvibili (Febbraio 2020)
-Mario Sunshine? Più splendente di Mario Odyssey! (Luglio 2019)
-Aidyn Chronicles: the First Mage (Aprile 2019)
-Barili che passione, barili che distruzione! (Luglio 2018)
-I giochi secondo mia figlia (Aprile 2018)
-NightCaster (Dicembre 2017)
-Ultima IX: Ascension (Novembre 2017)
-Gioco VS realtà: le assurdità nei videogames (Dicembre 2016)
-La retroarte di "cheattare" (Novembre 2016)
-Deus Ex (Novembre 2016)
-Custodie e libretti: tesori d'altri tempi (Giugno 2016)
-Tales of Symphonia (Giugno 2016)
-Deus Ex: Invisible War (Giugno 2016)
-Guida in italiano: come installare Homebrew Channel e Riivolution su Wii (Aprile 2016)
-Fai un salto, fanne un altro! (Marzo 2016)
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di Aika (Agosto 2013)
-Super Smash Bros. Melee (Agosto 2013)
-Retrocharacters: Ryo Hazuki (Agosto 2013)
-Retrocharacters: L'Oracolo (Agosto 2013)
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-Zelda: Majora's Mask (Giugno 2013)
-Secret Files (Maggio 2013)
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-Retroduo Portable 2.0 (Gennaio 2013)
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